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Attualità domenica 10 novembre 2019 ore 09:52

"Gioco, 26 milioni spesi a Ponsacco e San Miniato"

Dati allarmanti presentati da don Zappolini, impegnato da anni contro il gioco d'azzardo. In sei mesi 11 milioni a Ponsacco e 15 a San Miniato



SANTA MARIA A MONTE — Non c'è categoria che tenga, il gioco d'azzardo allunga la sua ombra su ogni tipo di persona, che siano giovani, vecchi, adulti, professionisti, disoccupati, padri, madri, figli.

Una dipendenza che può prendere tutti e i cui danni sono stati illustrati ieri da don Armando Zappolini, portavoce della campagna contro l’azzardo “Mettiamoci in gioco”, direttore della Caritas diocesana e da anni impegnato in questa battaglia.

L'incontro si è tenuto a Santa Maria a Monte, nella parrocchia di San Giovanni evangelista. Zapp ha riportato i dati sugli ultimi sei mesi di gioco a San Miniato e Ponsacco.

Nel primo semestre del 2019 a Ponsacco i cittadini hanno giocato e bruciato 11 milioni e 812mila euro. Si tratta di una spesa di 760 euro pro capite. Le vincite sono state 9 milioni e 600mila euro, andati persi invece 2 milioni e 210mila euro:  "Questi soldi non sono più sul mercato - ha spiegato Zappolini - e sono stati tolti alle famiglie, ai negozi". Di questi soldi moltissimi sono stati buttati nelle slot machine: quasi quattro milioni, di cui un milione e 200mila euro persi.

La situazione non è migliore a San Miniato. Sono stati spesi 15 milioni e 78mila euro e ne sono andati persi 2 milioni e 977mila euro. Per quanto riguarda le slot qui sono stati giocati tre milioni e mezzo, perso un milione.

Per curare questa malattia la Caritas sanminitese ha aperto tre nuovi centri di ascolto, oltre a quello già esistente di Perignano. I nuovi centri sono tutti nel comprensorio: Santa Croce, Fucecchio e San Miniato. 

Zappolini ha ricordato come, seppur la guerra non veda ancora la fine, qualche battaglia è stata vinta come ad esempio "l’abolizione della pubblicità, il riconoscimento dei malati come tali, un fondo da 50 milioni l’anno per politiche di prevenzione". 

Zapp ha sottolineato che ci sono sempre più famiglie italiane che chiedono aiuto e che il rapporto è ormai 50 e 50 tra quelle italiane e quelle straniere, mentre fino a pochi anni fa la differenza era molto marcata. Due emergenze: ricerca di lavoro e ludopatia.


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