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Attualità lunedì 08 giugno 2020 ore 09:52

Maleodoranze nel Cuoio, il punto di Arpat

L'impianto Cuoiodepur a San Romano

Resoconto dell'agenzia regionale sulle segnalazioni dei cittadini, pervenute nel 2019, per cattivi odori. Cuoiodepur e concerie osservati speciali



SANTA CROCE SULL'ARNO — La provincia di Pisa è un territorio caratterizzato da "forti pressioni ambientali" ed è la seconda provincia in Toscana per numero di segnalazioni: 199 quelle ricevute da Arpat nel corso del 2019, riferisce la stessa agenzia, molte delle quali arrivate per maleodoranze od emissioni in atmosfera da cittadini che abitano nel Comprensorio del Cuoio. Ovvero nei comuni di San Miniato, Santa Croce sull'Arno, Montopoli in Val d'Arno, Santa Maria a Monte e Castelfranco di Sotto.

Di seguito il resoconto di Arpat sulle segnalazioni ricevute nel corso del 2019 dalla zona del Cuoio e su quanto accertato dagli ispettori regionale.

A gennaio e febbraio 2019 Arpat ha ricevuto varie segnalazioni, di cattivi odori, della zona di Ponte a Egola, nel comune di San Miniato. Le verifiche hanno portato ad evidenziare come causa lo spandimento di acque di vegetazione derivanti da spremitura di olive, su terreno agricolo, ad opera di un frantoio della zona.

Le maleodoranze segnalate dal Comune di Santa Maria a Monte sono imputabili in gran parte all'impianto a biogas della Prati Bioenergia - , dove era stata realizzata una vasca adibita a stoccaggio della sansa dei frantoi oleari. Data la preoccupazione dei cittadini il 14/11/2019, il Comune di Santa Maria a Monte ha indetto un incontro pubblico in località San Donato, con ARPAT ed ASL, per poter rispondere a dubbi e quesiti dei cittadini.

"ARPAT - afferma il Responsabile del Dipartimento di Pisa, Gaetano Licitra - ha segnalato alla Regione la necessità di introdurre specifiche nuove prescrizioni per l'impianto per mitigare le maleodoranze che si possono verificare".

Dal comune di Montopoli Valdarno le maggiori maleodoranze lamentate sono riferite all'impianto di depurazione di San Romano, nel comune di San Miniato, Consorzio Cuoiodepur SpA., con un picco nel mese di settembre 2019. Le valutazioni di ARPAT hanno evidenziato che l'evento si è verificato in concomitanza con il riavvio dell'impianto dopo il fermo estivo, a causa di alcuni malfunzionamenti che sono stati relazionati agli enti competenti.

Per quanto riguarda la zona di Castelfranco di Sotto, nel corso degli anni 2018 e 2019, l'URP di ARPAT ha registrato un numero di esposti per cattivi odori nettamente inferiore rispetto al passato. Il risultato è dovuto agli interventi di adeguamento impiantistico dello stabilimento di trattamento rifiuti liquidi e fangosi, pericolosi e non pericolosi di Via Malpasso, gestito da HerAmbiente (ex Waste Recycling).

"Alla fine del 2018, infatti si sono conclusi gli interventi di adeguamento richiesti dalla Regione Toscana, su indicazione di ARPAT - ricorda Licitra - per ridurre i cattivi odori provenienti dallo stabilimento. Tali modifiche, realizzate nel corso di 5 anni, anche se molto impegnative per la società da un punto di vista economico, hanno reso la piattaforma capace di trattare qualsiasi tipologia di rifiuto liquido e fangoso con migliori prestazioni ambientali".

Per tutti i Comuni del Comprensorio del Cuoio, esiste anche un'ampia casistica di segnalazioni che non ha trovato un riscontro oggettivo, nonostante le indagini condotte da parte di ARPAT, per cui non è stato possibile individuare la sorgente.

Infatti, vari fattori possono esserne causa e le condizioni meteorologiche sfavorevoli alla propagazione possono accentuarne gli effetti. Tra le cause si segnalano l'attività conciaria non rispettose delle buone pratiche, lo spargimento di concimi sui terreni non rispettando le prescrizioni di legge, il transito di camion trasportanti materie maleodoranti o cattivi odori di tipo transitorio (durata molto contenuta) che si verificano appunto in particolari situazioni meteo".


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