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Politica sabato 24 settembre 2016 ore 09:45

Ristori, la Regione contro la mobilità

I sindaci insieme ai lavoratori della Ristori

Il consigliere per il lavoro Simoncini ha incontrato lavoratori e sindaci. Chiederà un confronto all'azienda: "Numero di esuberi ingiustificabile"



SANTA MARIA A MONTE — La Regione si impegnerà a contrattare con l'azienda e proverà a scongiurare la messa in mobilità di 63 lavoratori, un numero definito "ingiustificabile". Questo è ciò che è emerso nel pomeriggio di venerdì 23 settembre a Palazzo Strozzi Sacarati dall'incontro fra il consigliere del presidente per il lavoro Gianfranco Simoncini, i rappresentanti dei lavoratori delle Officine Ristori di Montecalvoli, la sindaca di Santa Maria a Monte Ilaria Parrella, quello di Pontedera Simone Millozzi, quello di Bientina Corrado Guidi, presidente dell'Unione dei Comuni della Valdera.

La società che è parte dell'indotto Piaggio ha preannunciato di voler mettere in mobilità dal 5 ottobre prossimo 63 dipendenti, al termine di due anni di ammortizzatori sociali, concordati nel 2014. Nel corso dell'incontro in Regione i lavoratori hanno fatto presente la loro contrarietà. Gianfranco Simoncini ha concordato sul fatto che il numero di esuberi che l'azienda propone è ingiustificabile: nei due anni passati, 5 lavoratori sono usciti dall'azienda, e l'utilizzo della cassa integrazione è stato molto ridotto rispetto al numero di lavoratori che ora l'azienda vuole mettere in mobilità.

A conclusione dell'incontro, Gianfranco Simoncini ha annunciato che la Regione si muoverà subito per proporre un incontro alla società la settimana prossima, incontro in cui chiederà all'azienda di soprassedere alla messa in mobilità, anche attraverso l'utilizzo di ammortizzatori sociali, anche per evitare ulteriori costi legati al mancato preavviso; e di aprire subito un confronto con le organizzazioni sindacali che possa affrontare il tema dell'eventuale esubero connesso ai carichi di lavoro. La Regione chiede che si apra un confronto vero, legato alle prospettive dell'azienda, invece di riproporre un numero di lavoratori da mettere in mobilità eccessivo e sovradimensionato.


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