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Attualità mercoledì 01 novembre 2017 ore 16:15

Le opere di Giani in mostra a Palazzo Grifoni

Dipinti, sculture e una serie di bozzetti del pittore sanminiatese che affrescò San Rocco, padre del presidente del consiglio regionale Eugenio



SAN MINIATO — “A cinquant’anni dalla realizzazione degli affreschi nella Chiesa di San Rocco, volevamo ricordare questo avvenimento così importante per la città di San Miniato, rendendo omaggio a uno degli artisti che realizzarono questi straordinari dipinti: Enzo Giani. A lui abbiamo voluto dedicare una personale con 41 dipinti, una scultura e 16 bozzetti esposti nelle splendide sale di Palazzo Grifoni, un segno di riconoscenza per aver lasciato a tutti noi una testimonianza così importante di una sensibilità artistica che contribuisce a creare quella bellezza di cui San Miniato è ricca”. Queste le parole del sindaco Vittorio Gabbanini che ha fatto da padrone di casa mostrando in anteprima alla stampa i dipinti e i bozzetti che fanno parte della mostra Enzo Giani nella sua San Miniato. Scorci di un artista dal ‘Pinocchio’ all’astrattismo allestita nelle sale di Palazzo Grifoni dal 1 novembre al 10 dicembre. Ad organizzarla il Comune di San Miniato in collaborazione con il Teatrino dei Fondi, grazie al sostegno di Carismi, Fondazione CRSM, Azienda Speciale Farmacie, Cuoiodepur, Circolo Arci San Miniato Basso, Pallets Bertini Group, Ms Carrelli e Pallets Bertini srl.

Ad accompagnare il primo cittadino in questa visita sono stati l’assessore alla cultura Chiara Rossi, il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani, figlio di Enzo, e i curatori della personale, Carlo Giani (anche lui figlio) e Angela Zizzi. Hanno partecipato don Luciano Niccolai sacerdote della Parrocchia di San Miniato Basso dove è conservato il Martirio di Santo Stefano, Enrico Falaschi che, in occasione dell’inaugurazione (1 novembre, ore 17) leggerà alcuni brani dai diari scritti da Enzo Giani durante la guerra e il pittore Luca Macchi che ne traccia il percorso artistico.

Le due stanze al piano terra di Palazzo Grifoni ospitano dipinti divenuti tappe del suo percorso umano prima che artistico. “Enzo Giani aveva una sensibilità artistica spiccata, purtroppo accentuata da eventi tragici – spiegano i due curatori -; queste esperienze di vita (prematura morte del padre prima e della moglie poi) lo hanno segnato al punto di rivelarsi nelle sue modalità comunicative. La sua pittura rifletteva la reazione a ciò che la vita gli aveva dato e diventava espressione per raccontare i luoghi d’origine a cui era così legato, come San Miniato, riferimento culturale e paesistico attraverso cui cimentarsi e sperimentare nuove forme espressive”.

E proprio a San Miniato e al suo rapporto con la Città è dedicata la prima parte della mostra, mentre la seconda sala ospita i bozzetti degli affreschi della chiesa di San Rocco. Allevo di Dilvo Lotti, Enzo Giani ha ereditato molto dal maestro, come racconta Luca Macchi: “Incontra Dilvo negli anni del dopoguerra e fu proprio lui ad incoraggiarlo a continuare a dipingere – spiega il pittore -. Proprio il rapporto con lui lo porterà a lasciare un segno tangibile della loro amicizia nella sua casa, dipingendo una delle sue porte su entrambe i lati e sarà il suo punto di riferimento per un lungo periodo di apprendimento e sperimentazione”.

“Una personale a San Miniato dedicata a mio padre è un regalo eccezionale che questa comunità fa a me e alla mia famiglia – dichiara il presidente del consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani -. Nel corso della sua vita non fece mai una mostra a San Miniato perché si vergognava. Mio padre era una persona timida e schiva; decise di andare via da San Miniato quando rimase vedovo, nel 1963. Da allora si trasferì a Firenze ma il suo profondo legame con questa città non si esaurì mai, anzi si intensificò. A testimonianza del suo attaccamento c’è il fatto che, nonostante la distanza, non smise mai di cercare le origini della nostra famiglia negli archivi vescovili e parrocchiali: scoprì che dal 1750 i Giani erano già a San Miniato e da allora non ce ne siamo più separati”.


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