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Attualità lunedì 11 dicembre 2017 ore 11:58

Cemento che avanza, Pisa prima in Toscana

L'allarme arriva da Coldiretti, sulla base dell'ultimo rapporto Ispra. In un anno sul territorio provinciale sono stati sottratti al verde 64 ettari



PISA — La provincia di Pisa risulta al primo posto in Toscana per consumo del suolo davanti a Lucca e Firenze. In un anno 64 ettari di terreni sono stati sacrificati alla campagna e al verde, per dar vita a nuove costruzione. 

Così il 7,7 per cento della superficie della provincia di Pisa è ora ricoperta da case, palazzi, capannoni e strade, lo 0,34 per cento in più rispetto ad un solo anno fa, come rivelato dagli ultimi dati Ispra.

"Il territorio affoga - ha osservato Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Pisa - perché la superficie agricola e forestale ha raggiunto il minimo storico, causa cementificazione e abbandono, che hanno reso la provincia più debole rispetto al rischio alluvioni e frane. Gli effetti di una gestione sbagliata del territorio sono ancora più evidenti quando le piogge si fanno insistenti. La siccità, che ha reso i terreni duri e quasi impermeabili, ha solo aggravato la salute del nostro suolo che è sempre meno. Non è solo una questione di tombini ostruiti, che rappresentano un elemento di una problematica di gestione più ampia, degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. Il tutto spesso aggravato anche a monte dall'assenza di una politica forestale e di gestione del reticolo idrografico”.

Secondo l'ultimo rapporto Ispra ultima generazione è responsabile della perdita in Italia di oltre un quarto della terra coltivata (-28 per cento) per colpa della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile in Italia negli ultimi 25 anni ad appena 12,8 milioni di ettari.

“Rispetto al 2015 - ha osservato ancora Filippi, assieme al direttore di Coldiretti Pisa, Aniello Ascolese -, nella nostra provincia si è verificato un’accelerazione del consumo del suolo pari a 64 ettari che si traduce in un consumo di 448 metri quadrati per abitante con un incremento di 2 metri rispetto all’anno prima. Occorre accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ormai da alcuni anni ferma in Parlamento, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio. Dobbiamo continuare a difendere il nostro patrimonio agricolo dandogli un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico. Su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo si abbattono i cambiamenti climatici con sconvolgimenti sempre più intensi e frequenti”.

L’esigenza di difendere il suolo si è estesa a livello comunitario dove la task force, formata da ACLI, Coldiretti, FAI, INU, Legambiente, LIPU, Slow Food e WWF e altre 500 associazioni promotrici di “People4Soil”, ha aderito al network europeo attraverso la piattaforma Salvailsuolo.it e ha lanciato un appello rivolto alla Commissione Europea, che fa riferimento all’obiettivo delle Nazioni Unite di fermare il degrado di suolo a livello globale entro il 2030.

Rispetto a quanto denunciato da Coldiretti, il Comune di Pisa ha precisato che "il dato messo in rilievo da Coldiretti è quello che riguarda la Provincia e non il Comune. Secondo Ispra la Provincia di Pisa fra il 2015 e il 2016 ha consumato più suolo che tutte le altre Province toscane. Va ricordato che Pisa Comune rappresenta un quarto dell’intera Provincia. Il consumo di Pisa Comune è, sempre secondo Ispra, 10 ettari rispetto ai 60 consumati in Provincia. Quindi Pisa Comune consuma assai meno della media provinciale".

"Va poi ricordato - prosegue la nota di Palazzo Gambacorti - che il dato di Ispra vale per un anno, mentre una media più attenta deve tenere conto anche di quanto successo in precedenza. Per esempio i dati Ispra, riferiti a quanto consumato nel 2014-2015, mettono Prato in testa al consumo toscano, seguita da Livorno, Lucca, Massa Carrara e Firenze. Dopo arrivano Pisa, Arezzo, Siena. Oggi Ispra rappresenta quanto successo nel 2015-2016. E naturalmente bisogna avere presenti le differenze fra Provincia e Comune".


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